lunedì 16 gennaio 2012


UN SOGNO FATATO di Marianna Perillo 2^B

Non avrei mai immaginato che mi sarebbe successo un fatto simile! Ero andata in soffitta per riordinare dei vecchi libri e in una panca polverosa l’ avevo trovato. Un libro marrone chiuso con un lucchetto arrugginito che portava questo titolo:“Sogno fatato”. Quelle parole mi attraevano e mi lasciavano perplessa allo stesso tempo. Non credevo nella magia ed ero dubbiosa sul da farsi. Aprirlo o no? Alla fine mi lascia travolgere dalla curiosità e feci pressione sul lucchetto che cedette subito. Iniziai a leggere e avvertii una lieve sonnolenza. Andando avanti con la lettura dei contorti sortilegi, le mie palpebre reggevano sempre meno. Alla fine ricordo di essere… caduta nel libro. Mi trovai sotto una campana di vetro opaco. C’era una porta con una finestrella sulla parte alta. La porta era bloccata. C’era una tastiera; sembrava ci volesse una parola magica per sbloccare la maniglia. Aprii la finestra e cominciai ad osservare ciò che c’era fuori. Sembrava la camera da letto di una principessa. C’era un letto a baldacchino rosa corallo, dei mobili pregiati, cassetti con pomelli d’oro, sedie rivestite di seta rossa… Ma ciò che più attirò la mia attenzione fu un tavolino su cui era posto un libro uguale a quello in cui ero caduta! Non riuscivo a spiegarmelo, ma mentre riflettevo entrò nella stanza una fanciulla con l’abito regale, la principessa. Era seguita da colei che pareva essere una sua ancella. La principessa confidò alla serva che “il Libro” era più pesante, come se ci fosse entrato qualcuno. Iniziavo a capire.



Per qualche strano motivo c’era una copia del Libro della principessa nella mia soffitta e io ci ero finita dentro. Purtroppo però, ero a metà fra il suo libro e il mio. Infatti mi girai e intravidi, tramite una fessura della campana, la mia soffitta, con la panca e il Libro. Quando tornai a guardare nella stanza della principessa, mi accorsi che la serva era andata via ed ella era intenta a scrivere una lettera. In essa informava un certo sir Thomas dell’aumento di peso del Libro e gli rivelava i propri sospetti: secondo lei era Natalia, una strega, ad essere entrata nel Libro per rubare le magie. Nella lettera, la principessa Amalia (così si firmò), chiedeva a sir Thomas di mandare la sua pozione speciale per uccidere una volta per tutte la strega. Impregnando tutte le pagine del Libro con quel veleno, sarebbe rimasto intatto, ma colei che si nascondeva dentro sarebbe morta. Piano perfetto, se non per un particolare: c’ero io in quel libro! Cercai allora un modo per uscire di lì, pensando alla parola che potevo scrivere. Meditai su ciò che avevo letto nel Libro e mi tornò in mente l’ultima parola: Anastasia. Sì, Anastasia! Probabilmente era il nome della serva di Amalia, perché portava al collo una catenina con un ciondolo a forma di “A”. Aspettai che la principessa uscisse e digitai la parola. La porta si schiuse. Entrai nella stanza di Amalia e sentii una voce alle mie spalle. Mi voltai e vidi l’ancella. Anastasia mi chiese chi fossi e, dopo aver sentito la mia storia, mi svelò che dovevo entrare ne Libro e sarei tornata a casa. La ringraziai ma, mentre mi apprestavo ad entrare nel Libro (impresa ardua!), arrivò la principessa con il veleno. Il messaggero doveva aver fatto presto! Vedendomi a metà fra il Libro e la sua stanza mi lanciò la boccetta. Anastasia mi spinse per farmi entrare nel Libro ed io scivolai in una voragine nera. Alla fine del volo aprii gli occhi e mi ritrovai sulla panca della soffitta, con il Libro chiuso ai miei piedi. Avevo sognato? O era accaduto tutto realmente! Forse non lo saprò mai. Però ora non diffido più della magia e quando vado a riordinare in soffitta guardo sorridente il Libro che mi ha regalato tante diverse emozioni!